Charles Darwin/Second Voyage Around the World (2005-2007)

- Tutti hanno sentito parlare della bellezza del paesaggio vicino a Botofogo. La caso dove abitavo era situata ai piedi del notissimo monte Corcovado. E'stato notato che queste ripide colline coniche sono caratterstiche di quella formazione che Humboldt indica come greiss-granitica. Nulla colpisce di piu' di queste enormi masse di nuda roccia che emergono da una lussureggiante vegetazione. -

Charles Darwin, Rio de Janeiro, 19th April 1832

 

*Corcovado's Picture by Augustus Earle (1832) and Photo By Paolo Savonuzzi, Darwin2 (December 2005)

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1. Buenos Aires

Ecco Buenos Aires nel 1831 (dipinto di Richard Adams). Charles Darwin la vide per la prima volta l'anno seguente e la definì, per come era disegnata, la "città più regolare del mondo". Ecco come si è presentata il giorno 13 novembre 2005, domenica, dopo essere atterratiall'aeroporto internazionale di Ezeiza.

Plaza San Martin
Puerto Madero

2. La prima volta di Darwin

Darwin arrivò a Montevideo, nel Rio della Plata, il 26 luglio 1832. Era a bordo del brigantino Beagle. Ma vide Buenos Aires solo il 20 settembre, arrivando a cavallo da Sud, da Bahia Blanca. Sempre a cavallo poi raggiunse anche Santa Fe, in un tragitto che oggi si percorre poche ore di autostrada.

Durante il tragitto tra Bahia Blanca e Buenos Aires Charles Darwin conobbe   il generale Juan Manuel de Rosas,il personaggio più potente dell'Argentina del suo tempo.

 

Rosas era impegnato in una guerra di sterminio degli indiani, che ancora contrastavano l'insediamento dei bianchi.Ecco invece i quattro personaggi più importanti dell'Argentina di oggi secondo l'inchiesta pubblicata dal settimanale Noticias (10 dicembre 2005): il Presidente Néstor Kirchner, il calciatore Diego Maradona,Cristina Kirchner, moglie del Presidente e ...George W. Bush, presidente degli Stati Uniti.

Nel suo primo viaggio Darwin trovò uno stato indipendente ma inquieto, con un'immensa frontiera tutta da scoprire. In questo secondo viaggio trova un paese in espansione che si sta lasciando alle spalle la lunga parentesi non democratica degli Anni ottanta.

3. I fossili di Darwin

Tra il 1833 e il 1835 in Argentina e Uruguay Darwin trovò reperti di grandi mammiferi fossili (compresa una specie di cavallo) estinti in tempi relativamente recenti. Contemporaneamente osservò che le specie oggi viventi in Sud America sono simili a quelle estinte, ma di taglia più piccola.

Questa visione già conteneva un'idea di possibile evoluzione. 

Molte domande rimanevano senza risposta: cosa aveva provocato la contemporanea estinzione dei grandi mammiferiin tutto il continente americano e in quasi tutto il pianeta? La causa fu un cambiamento climatico di grandi proporzioni? Quanto fu lento questo cambiamento? L'uomo contribuì a questa estinzione di massa?

4. I Musei di Darwin

Le riflessioni di Darwin ci portano a visitare con lui il musei di storia naturale dove sono conservati i resti fossili delle creature scomparse. Contemporaneamente censiremo e visisteremo i parchi nazionali e le aree protette dove vive (o sopravvive) la fauna autoctona del Sud America.

Il primo museo visitato è quello di Trelew, annunciato persino all'aeroporto.

Qui troviamo ricostruito il piccolo cavallo americano, la tigre a denti a sciabola e il toxodonte. Ma troviamo anche i grandi dinosauri che popolarono la Patagonia in ere geologiche molto più lontante. Lungo il percorso verso Sud si sosta presso il piccolo ma attivissimo museo etnografico di Commodoro Rivadavia. 

Il Progetto prevede di visitare e segnalare tutti i musei etnografici e di Storia Naturale che incontreremo lungo il percorso, a Puerto Deseado, a Santa Cruz, a Calafate, a Rio Gallegos, a Rio Grande, a Usuhaia. Poi nel Nord, a La Plata, a Paranà, Santa Fe e Buenos Aires.

 5. I parchi nazionali e le riserve provinciali

Incontriamo la fauna patagonica nella Reserva Provincial della Penisola Valdès. E' ben rappresentata da specie acquatiche, come delfini e balene australi, e da specie terrestri, come guanachi e nandù.

 

Queste riserve, come i parchi Nazionali, sono una risorsa economica notevole in quanto stanno attraendo turismo nazionale e internazionale. Punta Tombo, in marzo -sostengono i guardiaparco- si può vedere radunato un milione di pinguini. A Puerto Pyramid, tutti i visitatori, grandi e piccoli,possono fare un'escursione in mare con avvistamento balene. I più fortunati possono persino accarezzarle sul dorso, incrostato di conchiglie. Il nostro Darwin sorride, ai suoi tempi la "naturaleza" non era rinchiusa in riserve e le balene venivano massacrate in massa per ricavarne stecche per ombrelli o olio per l'illuminazione.Puerto Madryn, sulla Penisola Valdès, in estate (dal 21 dicembre al 21 marzo) diventa una località balneare affollatissima.

6. Identificazione dei siti darwniani

Come prevede il Progetto identifichiamo i luoghi descritti da Darwin nel suo viaggio. In particolare, nel percorso a Sud: Bahia Blanca, Carmen de Patagones, Puerto Deseado,Puerto San Julian e Puerto Santa Cruz. In alcuni casi siamo aiutati dalle illustrazioni riportate nei suoi libri. Altrove registriamo dove il passaggio di Darwin è entrato a far parte della cultura locale, come a Puerto Deseado, dove nelle scuole elementarisi insegna la storia della città e a riconoscere i luoghi dove è stato Darwin.

(16/17 novembre 2005, Puerto Deseado)

Nel caso della baia di Santa Cruz nulla sulla spiaggia sembra cambiato. 

 

8. Dall'Oceano Atlantico alle Ande

Come previsto dal Progetto da Puerto Santa Cruz risaliamo il Rio Santa Cruz. Darwin lo risalì dal 18 aprile al 5 maggio 1833, insieme al Capito Fitz Roy e ai suoi uomini. La corrente era così forte che risultò impossibile risalire la corrente a vela o a remi.

Perciò "tre barche furono legate insieme, prua contro poppa e due uomini rimasero a bordo mentre gli altri a riva le trainavano". Per giorni e giorni Darwin e i marinai del Beagle risalirono la deserta valle del Rio Santa Cruz,incassata in una sterminata pianura altrettanto deserta.

Il colore "leone" della terra e delle rocce è dominante. Nel letto del fiume si raccolgono ciottoli di granito e di basalto sempre più grandi man mano che ci avviciniamo alle Ande. Le piante e persino i cespugli sono rarissimi, nani e stentati. L'acqua è "lattiginosa". Questo colore incuriosì Darwin ma non ne scoprì il motivo. Infatti dopo duecento chilometri di deserto, Fitz Roy e i suoi uomini furono costretti a ritornare alla costa atlantica. Noi viaggiamo con un fuoristrada. Abbiamo percorso lo stesso tragitto in una giornata, fermandoci, attraversando il fiume dove era possibile,fotografando e raccogliendo campioni di roccia.

Superiamo la località raggiunta dalla spedizione di Fitz Roy. E dopo alcune decine di chilometri e incontriamo uno straordinariocambiamento di paesaggio che avrebbe sbalordito Darwin.

8. Le Sorgenti del Santa Cruz

Se Darwin fosse riuscito a superare la località Rio Bote si sarebbe affacciato su un grande lago color turchese, il Lago Argentino.

Se poi, vinta la fame e la paura degli indiani, la spedizione avesse percorso altri ottanta chilometri avrebbe incontrato una sorpresa ancora più grande. Si sarebbe imbattuto in una grande valle boscosa e in un immenso ghiacciaio che si frantuma nel lago: il ghiacciaio Perito Moreno. E sarebbe stato solo l'inizio di una serie di sorprese.

Il Rio Santa Cruz nasce dal Lago Argentino, nel quale si riversano le acque del Rio La Leona, che a sua volta riversa le acque del Lago Viedma,dove a sua volta si riversano le acque di un torrente che nasce da un ghiacciao alle pendici di una delle montagne più inaccessibili di tutte le Ande: il picco Fitz Roy.Qui dalle acque disciolte del piccolo ghiacciaio Torre, sopra il centro abitato di El Chaltèn , si può dire abbia inizio il Rio Santa Cruz.

Nel lago Argentino, nel Lago Viedma, e nel piccolo Lago Torre dal quale nasce il Rio Fitz Roy "sfociano" altrettati ghiacciai. E a monte di loro si stende una vero e proprio mare di ghiaccio perenne che occupa gran parte delle Ande.

Da questi fiumi di ghiaccio (definiti gli "aratri di Dio" dal glaciologo svizzero Louis Agassiz) si staccano continuamente grandi e piccoli iceberg bianco-azzurri. Lo sfregamento del ghiaccio sulle rocce produce la formazione di microparticelle minerali che rimangono in sospensione nell'acqua dandole il colore "lattiginoso" notato da Darwin.

 

Anche sul Lago Argentino troviamo conchiglie marine fossili, a quasi trecento chilometri dalla riva dell'Oceano Atanticoe a qualche centinaio di metri dal livello dell'oceano. Darwin fu molto dispiaciuto di non aver potuto raggiungere le pendici delle Ande. Noi lo abbiamo fatto, anche per lui.

9. La Terra del Fuoco

Il primo incontro tra Darwin e Terra del Fuoco avvenne il 17 dicembre 1832 con un clima simile a quello che abbiamo trovato noi: mite col sole (è primavera), ma con venti gelidi e tempeste inaspettate.

Ritroviamo le foreste di faggi che si spingono fino al mare, non i nativi Yamana e i fuochi attorno ai quali si raccoglievano. Questa etnia è estinta, sterminata dall'alcol o direttamente dall'uomo bianco. Ma il loro ricordo è onnipresente. Troviamo invece piste da sci, impianti petroliferi, un porto internazionale e una città che si vanta di essere alla fine del mondo. Qui a Usuhaia Darwin trova anche molte cose che ricordano il suo primo viaggio. Inuno spettacolo teatrale (L'avventura del Beagle)è protagonista, insieme all'indio Jemmy Button educato in Inghiterra. Locali, alberghi e agenzie di viaggi portano il suo nome e si può persino bere una birra di marca "Beagle"

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Nel Parco Nazionale ritroviamo i paesaggi descritti nel suo libro,

ma anche equilibri naturali scombinati da piante e da animali invasori, come i castori canadesi, importati per farne pellicce e ora inarrestabili distruttori dei faggi tipici della Terra del Fuoco. Troviamo anche meno foreste di quanto ricordava Darwin e ghiacciai piu' arretrati rispetto ai fronti fotografati del secolo scorso.

 

10.Ritorno a Buenos Aires

Ritorniamo alla Capitale, dove il clima è sempre più caldo ed estivo. Il 7 e 8 dicembre davanti alla Casa Rosada, siamo testimoni di una manifestazione delle "Madres de Plaza de Mayo".

Vogliono giustizia per le vittime nella "guerra sporca" che squarciò l'Argentina intorno agli Anni Ottanta durante la quale scomparirono migliaia di giovani e intellettuali per "ragion di stato". Il Progetto Darwin2 intanto procede: Visita al Museo di storia Naturale del Parco Centenario.

dove sono esposti ben ricostruiti i grandi mammiferi estinti trovati da Darwin e poi classificati dal suo collega Owen.Poi visita al Museo di Storia Naturale de La Plata a una cinquantina di chilometri a Sud della Capitale.

Qui sono conservati reperti straordinari dei dinosauri americanti delle ere geologiche più antiche ma anche i grandi e mammiferi che vissero nella Pampa e in Patagonia a cavallo delle ultime glaciazioni.

Visita al Tigre e al Parco Otamendi, sul delta del Paranà. Breve escursione a Montevideo con l'aliscafo che la collega con Buenos Aires, e scoperta del fatto che la spiaggia studiata da Darwin a Maldonado è ora la localitàpiù esclusiva del Sud America, Punta de l'Este, occupata dai giardini e dalle ville dei brasiliani e degli argentini più ricchi d'America.

Escursione fino a Concepcion del Uruguay e al Parco El Palmar, attraversando il Parana sui due grandi ponti sospesi epercorrendo la larga autostrada che corre parallela al fiume Uruguay.

El Palmar è uno dei primi parchi nazionali argentini, situatoai confini con il fiume Uruguay e la città di Mercedes. Sua finalità -piuttosto difficile- è conservare non solo le palme che proliferavano prima dell'arrivo dell'uomo bianco,ma anche animali cone la viscaccia -diffusissima al tempo del primo viaggio di Darwin- e ora a rischio di estinzione.

10. Attraversamento della Mesopotamia, da Conception a Paranà.

La terra incuneata tra il fiume Uruguay e Paranà è la più fertile dell'Argentina, viene chiamata Mesopotamia, come la terra tra il Tigri e l'Eufrate.

Da Conception de l'Uruguay, per raggiungere Paranà attraversiamo la Mesopotamia (la provincia di Entre Rios) percorrendo una strada asfaltata che tocca una ventina di villaggi grandi e piccoli. Raggiungiamo Paranà e il suo Museo di Storia Naturale. Poi da Paranà, grazie al tunnel scavato sotto il fiume, raggiungiamo l'altra sponda Santa Fe e i suoi musei.

Nel convento francescano c'è ancora la tomba del frate ucciso da un giaguaro penetrato in chiesa. Il fatto avvenne qualche anno prima della prima visita di Darwin. Lui stesso andò a caccia di giaguari, facendo molta attenzione. Ora a ricordare la loro passata esistenza c'è solo la tomba di un povero frate francescano.

11. Le rive del Parana.

La pianura dove si adagia Santa Fe è più bassa di quella dove poggia Paranà. Qui, come osservò Darwin- gli strati sedimentati sono ben visibili ed è facile incontrare, costeggiando la riva fossili simili a quelli trovati da Darwin. Ritorniamo a Bueno Aires effettuando lo stesso tragitto che fece Darwin,al contrario, per raggiugere Santa Fe. Il paesaggio è perfettamente piano come allora, ma completamente cambiato rispetto alla vegetazionee alla fauna da lui descritta. Invece di distese di cardi selvatici, abitate da milioni di viscacce, vediamo solo interminabili estensioni coltivate a soia, girasole, grano, riso,avena, orzo, mais, con largo uso di piante ogm.

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12. Nota sul clima e sulla biodiversità

Le osservazioni di Darwin, scritte cento e settanta anni fa durante e dopo il suo viaggio, sono sicuramente utili alla comprensione dei passaggi logici che lo portarono a concepire la Teoria dell'Evoluzione per Selezione Naturale.Ma risultano anche utili alla percezione dei cambiamenti avvenuti per opera dell'uomo e della Natura.

Meno di due secoli sono solo un secondo nella lunga storia della Terra. Eppure qui le piante europee hanno interamente colonizzatola Pampa e si fanno largo in Patagonia e Terra del Fuoco. I mammiferi indigeni -salvo qualche eccezione- si ritrovano solo nei parchi e nelle aree protette.La biodiversità indigena, al momento dell'istituzione, dei Parchi Nazionali - si ritenava ridotta del 57%. L'istituzione dei parchi provincialiha iniziato un processo di valorizzazione delle risorse naturali.

Grandi aree oggi tuttora disabitate e selvagge, si prestano a iniziative di economia e sviluppo sostenibile, ma attualmente sono a rischio di sfruttamentoselvaggio e conseguente desertificazione. I ghiacciai si stanno ritirando visibilmente anche nell'emisfero Sud. Due eccezioni confermano la regola: il Perito Moreno e il Pio XI. Piccoli sintomi di cambiamenti di clima sono avvertiti anche qui: nebbie e piogge in Patagonia dove normalmente le precipitazioni sono al di sotto dei 200 millimetri annui.

Questo è un sommario. Per info aggiornate: click here.

Luca Novelli/Milano-Buenos Aires, 20 dicembre 2005- info@darwin2.org

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 Straordinari compagni dii viaggio in questo step: Federico Canobbio Codelli (Centro di Cultura Scientifica Alessndro Volta), Francesco Balladore (fotografo), Ingrid Gattermann (Relazioni Internazionali).

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Si ringrazia per la logistica l'agenzia Mbros Viaggi di Milano e Patagonia totale, di Trelew.

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